6 Ottobre 2018
<<Giobbe prese a dire al Signore: «Comprendo che tu puoi tutto e che nessun progetto per te è impossibile. Chi è colui che, da ignorante, può oscurare il tuo piano? Davvero ho esposto cose che non capisco, cose troppo meravigliose per me, che non comprendo. Io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto. Perciò mi ricredo e mi pento sopra polvere e cenere». Il Signore benedisse il futuro di Giobbe più del suo passato>> (cfr Giobbe 42,1-3.5-6.12-17).
Giobbe passa per il crogiolo dell’esperienza della sofferenza acuta e prolungata. La sofferenza lo stordisce; egli, subisce anche l’incomprensione e la derisione di sua moglie perché ancora prega Dio … ; poi, anche se pacatamente, si ribella, chiede spiegazioni a Dio, Per Giobbe, l’esperienza della sofferenza è stata come una lunga gestazione di un “nuova vita”, fino al travaglio del parto che dona alla luce: una “conoscenza” personale di Dio, inedita e feconda anche di beni affettivi (figli/e) e materiali … La sofferenza, vissuta in Dio, dona una intelligenza nuova e più profonda della realtà, uno sguardo nuovo sul significato della vita e degli eventi… <<Santo Spirito, sostienici nell'<ora> – a volte interminabile e, ai nostri occhi, incomprensibile – del dolore, perché attraverso e oltre ogni stordimento, rabbia, ribellione, buio … germogli una conoscenza nuova di Cristo crocifisso ché fecondi di bene le nostre relazioni ed azioni>>. Buona giornata! P. Antonio