Frammenti di luce

29 Dicembre 2018

<<Figlioli miei, da questo sappiamo di avere conosciuto Gesù: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: «Lo conosco», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è la verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente perfetto. >> (cfr 1Gv 2,3-11).

La “conoscenza” di Gesù non è tanto acquisizione di dati storici, culturali, morali, spirituali. “Conoscere” Gesù significa fare “esperienza” di intimità con lui qui ed ora, e poi ancora … L’<esperienza> non è legata principalmente ad “effervescenze” religiose emotive, ma alla fedeltà ai “comandamenti”. Quali? Il comandamento “antico”: Ama Dio e il prossimo; e il comandamento “nuovo”: <<Amatevi gli uni gli altri “come” io vi ho amato>> (Gv 13,34). Ma c’è di più. Il nostro Dio, che si è rivelato come Amore, Trinità d’Amore, ci chiede di amarci con quello stesso amore che è la Vita stessa della Trinità: il loro reciproco amarsi che è lo Spirito Santo, Persona-Amore <<effuso nei nostri cuori>> (cfr Lettera di San Paolo ai Romani 5,5). Lo sappiamo: sono rivelazioni che fanno scoppiare la testa e il cuore fino al limite della incredulità o, comunque, del dubbio, vista la fatica che facciamo non solo ad amarci, ma almeno “rispettarci” nella nostra dignità di esseri umani. Dio-Amore ha scommesso troppo, anzi tutto sulla sua creatura: su di me, su di te, su voi sposi! Eppure siamo, a dir poco, così distratti, a volte (o, forse, spesso), così avvitati su noi stessi da imbavagliare, soffocare e, comunque, vanificare l’anelito e il grido dell’amore vero che costituisce la sostanza e il senso del nostro essere ed esistere. Quando, nelle nostre relazioni, questo “grido” non ha modo di esprimersi o non viene ascoltato, emerge e si manifesta in molteplici modi, come la “disperazione” che è sempre sintomo (più o meno grave) di un amore ferito, deluso, negato, soffocato … << O Dio, Creatore e Redentore, fa’ che, alla permanente scuola della tua Parola, impariamo ad amarTi e ad amarci, liberando dalle “catene” o dai tanti “lacci” quell’amore che hai effuso, con irresistibile abbondanza, nel nostro cuore>>. Buona giornata! P. Antonio

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