Frammenti di luce

21 Giugno 2019

<< Fratelli, dal momento che molti si vantano da un punto di vista umano, mi vanterò anch’io. In quello in cui qualcuno osa vantarsi – lo dico da stolto – oso vantarmi anch’io. Sono Ebrei? Anch’io! Sono Israeliti? Anch’io! Sono stirpe di Abramo? Anch’io! Sono ministri di Cristo? Sto per dire una pazzia, io lo sono più di loro: molto di più nelle fatiche, molto di più nelle prigionie, infinitamente di più nelle percosse, spesso in pericolo di morte. Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i quaranta colpi meno uno; tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde. Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; disagi e fatiche, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità. Oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese. Chi è debole, che anch’io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io non ne frema? Se è necessario vantarsi, mi vanterò della mia debolezza. >> (cfr 2Cor 11,18.21b-30).

Quanto conforto e forza mi dà questa testimonianza dell’apostolo Paolo! Lui che sperimentava in modo specialissimo la presenza di Cristo Gesù nella sua esistenza quotidiana, nello stesso tempo, sperimentava la cruda sofferenza in molteplici modi e volti … Paolo, nell’elenco che ci fa delle stazioni della sua “via crucis” quotidiana, non ci trasmette tristezza, ribellione al suo e nostro Dio … a Cristo … Se ascoltiamo bene le sue parole, esse sono come un’iniezione potente di fiducia in Cristo Gesù che l’ha conquistato radicalmente e per cui vive, perché solo Cristo Gesù è la ragione del suo vivere e del morire. Paolo, con la sua esperienza di vita di fede, ci sta dicendo che il “cristiano” – cioè, colui che appartiene a Cristo e coltiva la relazione con Lui – è immerso in un mistero di amore e di dolore che genera forza e fecondità di vita, non oltre ogni sofferenza e fragilità, ma attraverso la sofferenza ed ogni debolezza … Nella nostra “via crucis” … piuttosto che sprecare tempo a lamentarci, consegniamoci a Colui che ha dato la vita me, per te, per noi … e ci coinvolge nella sua opera di salvezza proprio attraverso la nostra sofferenza … Pertanto, con l’energia che ci troviamo qui ed ora, non stanchiamoci di pregare: << Signore Gesù, tu sei con me sempre, soprattutto nell’ora della prova. Fa’ che io rimanga con te…>>. Serena giornata! P. Antonio Santoro omi

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