25 Agosto 2019
<< In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».>> (Lc 13,22-30).
«Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Forse, capita anche a noi di chiederci: Mi salverò? Cosa devo fare per salvarmi?. Ma, forse, dovremmo ancor prima chiederci: Cosa significa essere salvati e da chi? Dovendo necessariamente essere essenziale nello stile di questi “Frammenti di Luce”, rispondo brevemente. Chi salva è Gesù, appunto, egli è il Salvatore! La “salvezza” consiste propriamente nell’accoglienza della Sua Persona perché in Lui ci viene donata la vita eterna. A questo proposito, l’apostolo Giovanni, nella sua prima lettera afferma: <<Dio ci ha dato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio. Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita. Questo vi ho scritto perché sappiate che possedete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio>> (1Gv 5,11-13). Molto spesso, invece si ritiene – e, forse, anche noi… – che la salvezza è il frutto di meriti individuali per aver osservato norme, assolto i precetti della Chiesa, facendo qualche elemosina, facendo la comunione tutte le domeniche e perfino tutti i giorni … Il dinamismo della “salvezza” – prima di ogni altra cosa, anche la più santa – genera di continuo il dono generoso e gratuito che il Padre fa del Figlio che, nello Spirito, chiama ciascuno all’accoglienza di questo Dono. La “porta stretta” non è tale per le regole morali ed altre norme da osservare, ma per la potatura del proprio <io> da gestire. Per questo occorre, più che “sforzarsi”, lottare” (come dice il verbo nell’originale greco). All’Oasi della Misericordia, dove vivo, c’è una piccola porta che abbiamo chiamato la “porta della misericordia” (richiamandoci a Gesù che ha detto “io sono la porta chi entra attraverso di me sarà salvo”), per attraversarla, ti devi abbassare, chinare, diminuire, così come diceva Giovanni Battista ai suoi discepoli, quando indicava loro la persona di Gesù : <<Occorre che lui cresca ed io diminuisca>>. << Si, Santo Spirito, fa’ che Lui cresca ed io diminuisca… e sarà salvo, perché già nella vera vita…>>. Serena Domenica! P. Antonio Santoro omi