Frammenti di Luce. 7 Febbraio 2021.
“Giornata Nazionale per la Vita”. <<In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. >> (cfr Mc 1,29-39). L’intento dell’evangelista Marco è quello di presentare Gesù come colui che annuncia l’avvento del Regno e il liberatore Salvatore di tutto l’uomo e di tutti gli uomini. Il mistero della sofferenza è centrale nel brano evangelico di oggi. L’esperienza ci dice che sul terreno della sofferenza può radicarsi e svilupparsi la disperazione o la fiducia e la speranza… Affermava il poeta francese Charles Péguy: <<E’ sperare la cosa difficile / a voce bassa e vergognosamente. / E la cosa facile è disperare / ed è la grande tentazione>>.* Gesù, quale “volto” umano di Dio Padre, entra nella storia di dolore dell’uomo e la illumina col mistero della sua Pasqua: “la fece alzare”, dice il Vangelo; in greco è égheiren (v.31; da egeiro, surgere fecit), è lo stesso verbo usato nel Nuovo Testamento per indicare la risurrezione di Cristo. Marco ci sta dicendo che possiamo cogliere il significato della sofferenza nella luce del Mistero Pasquale. Sempre, e in particolare nella sofferenza, Gesù tende la sua mano per prendere la nostra. Ma non sempre noi ci lasciamo afferrare, forse perché distratti o, ancor più, perché arrabbiati con Lui, ritenendolo lontano e, a volte, in momenti di “disperazione”, forse anche accusandolo per ciò che ci accade… Oggi la Chiesa italiana celebra la “Giornata Nazionale per la Vita”. Dinanzi al mistero della vita, di ogni vita umana, mi piace chiudere questi Frammenti con i versi di Kabir, poeta e mistico indiano, vissuto nel XV secolo: “Il sorriso di Dio”: <<O cuore mio, non staccarti dal sorriso del tuo Dio, non errare lontano da lui! Colui che veglia sugli uccelli, sulle bestie e sugli insetti, colui che ha preso cura di te quand’eri ancora nel seno di tua madre, non ti custodirà ora che ne sei uscito?>>. Leggendo questi versi da cristiani, non possiamo che considerarli anche una bellissima preghiera di gratitudine e lode a Dio Creatore e Redentore che col suo “soffio” ha dato vita ad ogni essere e lo custodisce… Serena Domenica!
P. Antonio Santoro omi