Frammenti di Luce. 7 Marzo 2022.
<< Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla a tutta la comunità degli Israeliti dicendo loro: “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo».>>.(cfr Lv 19,1-2.11-18). In questo Tempo di Quaresima ho pensato di condividere con i destinatari di Frammenti di Luce alcune riflessioni sulla sofferenza, meglio, sul <<significato salvifico>> della sofferenza. È da un po’ di tempo che volevo “riflettere” sulla “sofferenza”. Sono spinto a questa riflessione per il tempo che stiamo vivendo di pandemia, di guerra, di contatto con persone che soffrono nei modi più diversi … Pertanto non commento il testo biblico della liturgia del giorno. Nella riflessione sulla sofferenza ci mettiamo in ascolto di quanto S. Giovanni Paolo II scrisse nella sua lettera enciclica proprio sulla sofferenza “Salvifici doloris” (1984). Mi sembra importante evidenziare che questo grande Papa ha vissuto nella sua carne il mistero di quel valore salvifico della sofferenza di cui parla nella sua enciclica. Oggi, dunque, iniziamo questo viaggio addentrandoci nel sentiero della riflessione sul significato della sofferenza umana alla luce della fede cristiana. * Qualche nota introduttiva. Il dolore è come l’aria che respiriamo. Eppure, qualunque volto abbia il patire quale che sia la sua intensità e durata, il solo pensiero di soffrire ci opprime, a volte ci angoscia, ci mette in fuga da noi stessi.. Talvolta “si getta la spugna”, ci si arrende e la disperazione pervade mente e cuore e una caligine di morte cala sul nostro orizzonte lasciandoci nel presente l’affanno di una vita senza senso. Allora anche noi, come Cristo nel Getsemani, supplichiamo che venga allontanato quel “calice” … * Per quanto la persona umana si sia sforzata, e si sforzi, di dare una risposta soddisfacente, sul piano della pura ragione, all’angosciante problema del dolore, di fatto, però, non è rimasta mai soddisfatta delle risposte che si è data. * Nella storia personale dell’essere umano, constatiamo con Leon Bloy (1846-1917; scrittore, poeta, giornalista francese convertito alla fede cattolica) che << ci sono degli spazi nel cuore dell’uomo che solo il dolore può rivelare>>. Constatiamo inoltre che << solo l’uomo che ha sofferto – e che ha accettato coraggiosamente la sofferenza, senza essersi lasciato schiacciare dal suo peso – raggiunge la pienezza dell’umanità, come se solo passando attraverso il fiume della sofferenza l’uomo possa giungere alla riva della maturità umana>>. Dunque, il dolore ha una sua fecondità, e ciò comporta la necessità d’imparare a saper soffrire, a scoprirne il “senso”. Con la liturgia di oggi, preghiamo: <<Convertici a te, o Dio, nostra salvezza, e formaci alla scuola della tua sapienza, perché l’impegno quaresimale porti frutto nella nostra vita.>>. Buon cammino di Quaresima!
P. Antonio Santoro omi