Frammenti di Luce.
<<Fratelli, non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato e avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli: «Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore
e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui; perché il Signore corregge colui che egli ama e percuote chiunque riconosce come figlio». È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre? Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati. Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire. Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore; vigilate perché nessuno si privi della grazia di Dio. Non spunti né cresca in mezzo a voi alcuna radice velenosa, che provochi danni e molti ne siano contagiati. >> (Eb 12,4-7.11-15). Che luce e che forza si sprigiona dalla Parola di Dio! Siamo FIGLI di DIO!! Ci crediamo veramente? Ognuno di noi si chieda con sincerità: Io credo che sono figlio/a di Dio? La “correzione” fa parte integrante del cammino di conversione, cioè della lotta contro il peccato nella varietà delle sue forme e gravità. Peccato che offusca, inquina, infrange la relazione filiale con Dio. Egli da buon pedagogo ci corregge con i modi e i tempi adeguati ad ognuno, non come un padre severo o dispotico, ma come un Padre che non ha altro interesse che ogni sua creatura umana cresca e si relazioni come figlio/a dell’unico Padre, “ricco di misericordia”, come ci ricorda l’apostolo Paolo (Ef 2,4). La correzione vissuta con la consapevolezza e convinzione che siamo figli ha come frutto la pace e la giustizia che è salvezza. Se invece ci rimane l’amaro e il dolore per la correzione ciò è segno che siamo troppo concentrati su noi stessi, pensiamo che in fondo siamo nel giusto e che Dio ci tratta male; oppure siamo molto condizionati da un senso di colpevolezza che ci impedisce di far emergere in noi la dimensione filiale che ci fa guardare Dio come Padre che vuole curare e guarire il mio piede che zoppica… Se crediamo e viviamo da figli non seminiamo “veleni”, cosa che purtroppo accade in ogni ambito di vita di noi “umani”, pare non così tra gli animali! Nella gioiosa e grata consapevolezza di essere Figli, preghiamo: <<Santo Spirito, rendici vigilanti perché nessuno si privi della grazia della figliolanza divina… >>. Serena Giornata!
P. Antonio Santoro omi